Ha avuto luogo ieri in Consiglio regionale, a tre anni dalla scomparsa di Valter Vanni (ricorre oggi, 23 gennaio, l’anniversario della morte) la prima presentazione del libro “La modernizzazione del Veneto” di Gianluca Trabucco.
Il Presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato introducendo l’incontro ha ricordato che le intuizioni di Vanni “muovevano dalla necessità di un Veneto più moderno e rinnovato, passando anche dalla riflessione su un federalismo maturo e consapevole, che non buttasse all’aria l’unità nazionale e neppure censurasse le richieste del territorio, argomenti che anche oggi sentiamo particolarmente attuali”.
“E’ un libro che definirei a quattro mani”, ha confessato l’autore, “talmente è ricco di citazioni di Valter Vanni. L’opera ha complessivamente lo scopo di dare ordine al pensiero della sinistra veneziana in un periodo storico di cambiamenti, visto che sancisce la fine della Prima Repubblica e che vede per la prima volta esponenti del PCI prendere il governo del Veneto”. Non stupisca il titolo e i suoi riferimenti a modernizzazione e federalismo, ha detto l’autore, visto che stiamo parlando di un “politico di sinistra che è stato uno dei primissimi a promuovere una proposta di autonomia regionale all’interno della quale le tasse potessero rimanere in Veneto, fatto salvo un contesto di solidarietà tra le regioni italiane. Senza dimenticare che Vanni aveva un così spiccato senso della centralità delle regioni, da esser stato il promotore di un referendum per l’abrogazione dei ministeri dell’agricoltura e del turismo (referendum sottoposto con successo ai cittadini italiani il 18 aprile del 1993), in quanto dicasteri che intralciavano la vita delle Regioni”.
Lucio Tiozzo, capogruppo Pd in Consiglio Regionale, l’ha definito “un uomo che aveva la sua autorevolezza nelle radici e nella capacità di interpretare l’innovazione. Il punto fermo della sua azione era il bene che voleva al Veneto e alla sua gente: per questo difendeva sempre il ruolo che la nostra regione poteva avere”.
Anche un avversario storico, come Carlo Alberto Tesserin, ne ha fatto un ritratto importante: “Eravamo interpreti di visioni politiche differenti, eppure devo ammettere che Valter è stato un maestro di politica. Era così serio e preparato che era in grado di richiamare le persone e i giovani verso le istituzioni. Abbiamo un enorme bisogno anche oggi di figure come la sua”.