Le iniziative in programma per il 2021 purtroppo scontano l’incertezza del momento. La presentazione de “#100anniPCI a Venezia” avverrà solo a fine ottobre auspicando soprattutto che gli italiani possano sentirsi più sicuri e protetti.
In previsione dei 100 anni dalla nascita del PCI (21 gennaio 1921) la Fondazione ha incaricato due anni fa un brillante ricercatore storico nel ricostruire “la nascita del PCI nel veneziano”. Il risultato di questa ricerca, pur scontando i ritardi dovuti all’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia, verrà presentata nei primi mesi dell’anno prossimo.
Le ricerche e le raccolte di testimonianze sul PCI PDS DS a Venezia proseguiranno con tre progetti paralleli che presenteremo accuratamente entro fine anno.
L’Associazione Enrico Berlinguer (formata dalle fondazioni democratiche) e la Fondazione Gramsci coordineranno per il prossimo anno un calendario di iniziative che coprirà l’intero territorio italiano con incontri, proiezioni, mostre, concerti. Anche questo programma verrà presentato verso ottobre.
Abbiamo anche noi sospeso l’attività a causa di questa tremenda emergenza sanitaria. La riprenderemo a settembre con alcune iniziative che ci traghetteranno verso il 2021.
Siamo stati chiamati, ognuno di noi, alla corresponsabilità.
Riteniamo che sia stata la migliore azione politica attivata da questo governo.
Non ci permettiamo – ora – di valutare singole azioni di governo nazionale regionale o comunale.
Vogliamo tuttavia condividere questa scelta di fondo: aver detto la verità agli italiani senza alcun “storytelling”, aver corresponsabilizzato – ognuno nei propri diversi ruoli – i cittadini. Questa deve essere una precondizione per “la nuova politica”.
Vogliamo anche ribadire l’importanza e la strategicità della sanità pubblica e vorremmo citare l’amico e compagno Giovanni Berlinguer (riconosciuta figura di raccordo tra l’ambito medico-accademico, il mondo del lavoro e della fabbrica la politica – il PCI – e le istituzioni ) tra i padri della grande riforma sanitaria del 1978 “… Non è, infatti, retorico affermare che il soggetto principale è stato in grande misura il popolo, insieme agli specialisti; e che l’oggetto fondamentale è stata la salute in sé, insieme alle cure e insieme alla dignità della persona e ai diritti del corpo e della mente. Se guardiamo, insieme alla storia legislativa, le cronache di quel che accadde nella società e nella cultura, vediamo che in quel decennio inquieto e tumultuoso (1968-1978) si svilupparono idee, movimenti, lotte ed esperienze assai differenziate fra loro, ma convergenti nel valorizzare libertà e diritti delle persone e nel chiedere allo Stato ben più delle mutue …”
Vogliamo anche richiamare, non freddamente ma consapevoli che ogni parola della nostra Costituzione contiene, valore e passione, mediazione e responsabilità nonché grande senso della comunità, l’art.32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
E proprio per questo pensiamo che il fisco debba essere adeguato per garantire questi diritti “universali”: un fisco davvero progressivo e soprattutto una feroce lotta all’evasione fiscale.
Aggiungiamo anche che la dimensione raggiunta dalla spesa militare in Italia non è assolutamente giustificabile. Questa – la spesa per il settore militare italiano – dovrà costantemente diminuire. Dovrà essere adeguata alle reali “esigenze” potenziando di converso tutti quei servizi che sono stati – e saranno – chiamati ad affrontare le emergenze che colpiscono le persone (la Protezione Civile è sicuramente uno di questi).
Ne
riparleremo.
Verificheremo tra qualche mese se, come qualcuno prevede, cambieranno le nostre abitudini, se saremo più attenti e sensibili a “proteggere la sanità pubblica”, se faremo realmente un “salto tecnologico”
Per ora ci permettiamo sinceramente di ringraziare le lavoratrici e i lavoratori della sanità, le lavoratrici e i lavoratori che hanno permesso agli italiani di “vivere” durante questo doloroso periodo di “distanziamento fisico (e sociale)” e a tutte le persone che con il loro consueto spirito di servizio hanno sostenuto chi era in difficoltà in queste tremende settimane. Hanno reso concreta e visibile la nostra Costituzione quando afferma che “… ogni cittadino ha il dovere di svolgere … un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Ci permettiamo anche un rispettoso e sentito pensiero ai famigliari ed amici di chi – purtroppo tanti, troppi – hanno perso una persona cara.
Tenuto conto del decreto “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19” le iniziative formative previste per il progetto di ricerca sono state RINVIATE a data da destinarsi.
Continuiamo comunque a raccogliere le adesioni al progetto: studenti, studiosi ed appassionati. SCRIVETECI!
Riprendiamo le iniziative pubbliche della Fondazione. Le prime due (in realtà saranno tre ma per una ci mancano alcune conferme …) sono collegate al progetto/ricerca attivata assieme ad IVESER per raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto la SVOLTA tra il 1989 e il 1992. La terza invece è collegata all’iniziativa di ottenere dal Comune di Venezia l’intitolazione ad Enrico Berlinguer di un luogo pubblico. Per questo momento pubblico abbiamo chiesto la disponibilità del compagno Aldo TORTORELLA che assieme al segretario del PCI ha vissuto gli intensi (e delicati) anni settanta. Assieme a Tortorella ci accompagnerà in quella serata anche Roberto Reale, giornalista e scrittore.
Nell’anno e
mezzo tra l’intervento di Achille Occhetto a Bologna – nella
sezione della Bolognina – del 12 novembre 1989 e l’ultimo
congresso del PCI a Rimini del 3 febbraio 1991, è avvenuta anche
nella provincia di Venezia una svolta politica che ha coinvolto
direttamente decine di migliaia di iscritti e simpatizzanti della
Federazione provinciale di Venezia del PCI.
La Fondazione
Rinascita 2007 – in collaborazione con l’Istituto veneziano per
lastoria della Resistenza e della società contemporanea (Iveser) e
con il contributo di altre realtà associative – si propone di
ricostruire quel periodo storico (1990-1992), il passaggio da PCI a
PDS, attraverso la raccolta delle testimonianze del gruppo dirigente
diffuso del Partito Comunista Italiano di Venezia.
OBIETTIVI
Si tratta di un periodo storico che solo da alcuni anni viene esaminato ed approfondito e che a Venezia non è stato sufficientemente studiato a fondo. Attraverso le dichiarazioni dei dirigenti e degli amministratori comunisti nonché lo studio della documentazione presente nei diversi archivi (della Fondazione Rinascita 2007, dell’IVESER, di altre istituzioni cittadine, dei quotidiani locali) il progetto si prefigge lo scopo di approfondire, nella realtà metropolitana di Venezia, il percorso che ha portato il più grande partito comunista d’occidente a decidere di “cambiare”. Un progetto che possa altresì contribuire a creare un ritorno di interesse per la storia sociale e politica ma anche del vissuto individuale, familiare e collettivo di un periodo e divenire terreno di attenzione e ricerca anche da parte delle Università e della Istituzioni. Questo importante lavoro vuole essere inoltre un ulteriore occasione per raccogliere materiale legato alla storia del PCI (fotografie, manifesti, volantini, opere d’arte…) che sappiamo essere presente in moltissimi luoghi per riordinarlo, archiviarlo, metterlo a disposizione di studiosi ed appassionati evitando così ad una sua dispersione.
TEMPISTICHE
Le fasi previste
per l’iter progettuale sono le seguenti:
primavera
2020: incontri per inquadramento storico generale, preparazione e
formazione degli intervistatori
estate
2020 – inverno 2021: raccolta audio/video delle testimonianze e
del materiale documentario
primavera
2022: conclusione del lavoro e presentazione del progetto
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