“Silvano Checchin e i suoi compagni ce l’hanno fatta! Sono riusciti a raccogliere tutto ciò che potevano di una storia dimenticata: quella della crisi, cominciata già all’inizio degli anni Settanta, del settore alluminio, uno dei cicli portanti della prima Porto Marghera. La storia dell’alluminio è davvero una vicenda rimossa, messa in ombra dalle ciminiere petrolchimiche, dalla minaccia del fosgene, dalle morti da CVM”. così presenta questa pubblicazione Gilda Zazzara, professoressa all’Università Ca’ Foscari nonchè cittadina attenta e curiosa.
Un libro scritto da Silvano Checchin, cha ha raccolto numerose testimonianze (assieme al prezioso contributo dello storico Alberto Scaggiante) di chi ha vissuto quei luoghi. Un’idea che ha potuto contare su una ampia documentazione conservata dall’autore e da Gianni Soddu, lavoratore, sindacalista e dirigente politico.
Eppure Porto Marghera – scrive Checchin – non fu solo un disastro sociale ed ambientale. Nel corso dei decenni il polo industriale formò migliaia di tecnici ed operai, in molte fabbriche c’erano un laboratorio e un centro di ricerca. Le innovazioni, come risulta dalle testimonianze di chi vi lavorava, servivano a migliorare le condizioni di lavoro, la produzione e a lanciare sul mercato nuovi prodotti. Se vi fossero state lungimiranza e convinzione politica, anziché abbandonare a sé stessa l’intera area, era possibile far vivere e rilanciare le principali realtà produttive. Incluse le fabbriche che lavoravano e trasformavano l’alluminio; un metallo molto versatile che trova impiego in un’ampia gamma di settori, dai trasporti alle comunicazioni, dall’elettronica all’imballaggio, dall’arredamento all’impiantistica. Attraverso questo testo, ho provato a ripercorrere le tappe principali che, nel corso degli anni, determinarono il lento declino della presenza pubblica nel settore alluminio
La prima presentazione a Porto Marghera nel Capannone del Petrolchimico, struttura diventata pubblica lo scorso anno, il 10 maggio assieme al giornalista Roberto Reale e alla professoressa Gilda Zazzara. Il 18 maggio saremo a Spinea e poi a nel Centro Storico di Venezia.